La seconda giornata del week end carnevalesco, inizia alle h.10.00, con la visita alla cantina Bruno Giacometto. Siamo a Caluso, patria del famoso Erbaluce di Caluso, vino DOCG dall’ottobre del 2010, la cui produzione, e’ consentita nelle sole province di Torino, Biella, e Vercelli, ma soprattutto, si svolge sulle colline intorno a Caluso, centro del Canavese in provincia di Torino. La cantina che ci ospita, in realta’ non e’ che sia delle piu’ “turistiche” nel senso che e’ molto casereccia, e non ci ha fatto fare un vero e proprio tour guidato tra vigneti e cantina…
… ma cio’ che conta, e’ che produce dell’ottimo vino, e che ci ha accolti in maniera familiare e con un’abbondantissima degustazione, senza lesinare sia di food, che soprattutto di ottimo beverage.
Sul rustico buffet infatti, non sono mancati il classico salame, 2 qualita’ diverse di gorgonzola, e soprattutto il Salampatata P.A.T (Prodotto Agroalimentare Tipico) prodotto principalmente nel canavese ed in alcune zone del biellese. La cui origine risale durante la seconda guerra mondiale, quando i contadini del Canavese e i torinesi sfollati in quella zona per sfuggire ai bombardamenti iniziarono ad aggiungere le patate bollite alla carne per ovviare alla scarsità di materia prima necessaria alla preparazione dei salami. Questo insaccato viene preparato con patate bollite alle quali viene mescolata, con il tritacarne, una eguale quantità di carne suina, a sua volta per metà magra e per metà grassa. L’impasto è inoltre salato e viene insaporito con spezie in polvere tra le quali pepe, cannella, noce moscata e chiodi di garofano nonché con grani di pepe interi. Il tutto viene poi insaccato nel budello di maiale e infine lasciato riposare per un giorno prima del consumo. La produzione avviene nella stagione fredda, in genere tra settembre e aprile. L’unica pecca pero’, e’ stata la temperatura di servizio, infatti era freddissimo, perche’ conservato a temperatura ambiente. Il consumo ideale invece avviene, spalmandolo su crostini di pane, oppure dopo essere stato riscaldato al forno o ancora come ingrediente per la preparazione della frittata. Va consumato feschissimo, al massimo entro una settimana dalla produzione.
Vista la piacevole compagnia, ed il buon vino, i brindisi fioccavano…
E’ stata l’occasione per tutti i presenti di farsi delle scorte di questo ottimo nettare, potendo effettuare l’ordine in cantina, e successivamente ricevere la consegna a fine pranzo direttamente al ristorante.
Passando al convivio invece, che si e’ tenuto nella moderna e luminosissima sala del ristorante Erbaluce, ospitato all’interno dell’hotel omonimo, immerso nel verde delle colline del Canavese. Tutta la struttura e’ gestita dal novembre 2011 dai fratelli Baro. Propongono una cucina tipica Canavesana, tradizionale e stagionale rivista in chiave moderna utilizzando prodotti del territorio e rievocando vecchie ricette locali e piemontesi lasciando anche spazio alla cucina mediterranea di pesce.
Ed infatti, il menu’ che ci hanno proposto per l’occasione, rispetta in pieno le suddette tipicita’ locali. Poiche’ dopo 3 buonissimi antipasti, ci e’ stata servita la classica TofeJa Canavesana.
Ma andiamo nel dettaglio…
Serviti in tavola contemporaneamente, per lasciare liberta’ di scelta ai singoli commensali,
L’Erbaluce di Caluso Docg di Bruno Giacometto
Si presenta di colore giallo paglierino con leggeri riflessi dorati e verdi, molto limpido e cristallino.
Dal profumo fresco, con una leggera nota erbacea, agrumata e minerale, richiama le note della salvia, del gelsomino, dell’acacia, oltre al dolce profumo di mela verde e pesca bianca e banana.
Il gusto è fresco, con una vena sapida che lo accompagna. Morbido, è un vino di corpo, lungo ed armonico.
e la Barbera d’Asti Dop Suri’ di Villa Giada
Di un bel rosso rubino acceso con riflessi brillanti.
Al naso gradevolmente vinoso con intensi aromi di frutta rossa, sentori di ciliegia, e di spezie sul finale.
In bocca risulta pieno e fruttato, fresco e generoso, di piacevole beva, esalta la tipica fragranza della Barbera.I tannini sono dolci e setosi, donando un finale morbido e persistente.
L’ottima triade degli antipasti prevedeva
Battuta di vitella alla tartara
Rotondino tonnato vecchio Piemonte
Cipolla ripiena alla canavesana
Specialita’ del territorio, a base di formaggio, salsiccia ed amaretti
E poi arriva lei..
la Tofeja Canavesana Preive e Piotin
Nel periodo di carnevale nella zona del Canavese si cucina questa zuppa a base di fagioli e maiale che prende il nome dal contenitore in cui viene cotta, che è una marmitta in terracotta ancora oggi fabbricata a Castellamonte, nel torinese. Di seguito vi riporto la ricetta, qualora voleste prepararla a casa vostra.
INGREDIENTI PER 8 PERSONE
– 650 g di fagioli di Saluggia secchi (o metà saluggini e metà cannellini o piattella)
– 2 “preivi” di circa 400 g ciascuno (cotenna di maiale salata, condita con aglio, salvia, rosmarino, pepe e spezie e poi arrotolata e legata ben stretta)
– 1 cipolla
– 1/2 costa di sedano (facoltativa)
– 1 foglia di alloro piccola
– 2 foglie di salvia
– 1 rametto piccolo di rosmarino
– 1 spicchio d’aglio
– sale
Dividete in metà la costa di sedano, mettete in mezzo gli aromi, legate con spago e mettete nella “tofeja”. Aggiungete la cipolla tritata, l’aglio intero, i fagioli precedentemente ammollati e scolati, i “preivi” e un cucchiaio di sale grosso. Versate circa 2,5 litri di acqua fredda, mettete il coperchio e cuocete in forno già caldo a 160-170 °C per almeno 5 ore, verificando il livello dell’acqua dopo circa 2 ore. A cottura ultimata, per legare meglio la “tofeja” potete passare un mestolo di fagioli al disco fine del passaverdura.
Nota I “preive” sono degli involtini di cotenna di maiale conditi con sale, pepe, spezie miste (garofano, cannella, noce moscata, macis e cumino) e un trito di aglio, rosmarino e salvia. Nella “tofeja” si può sostituire un “preive” con un piedino o qualche costina o un orecchio o un pezzo di musetto di maiale o ancora dei piccoli cotechini.
Nooo, troppo complicata, meglio tornare all’Erbaluce e farsela preparare da Diego ; )
Per concludere, Bugie, frittelle e zabajone
Naturalmente anche oggi si e’ registrata una buonissima presenza di Soci, che pero’ non ho immortalato in tutti i tavoli, ma solo alcuni…
Infine, la foto con la consegna della tavoletta dell’arte, da parte dello Chef Diego Baro
Dal riscontro avuto sul gruppo WhatsApp, oserei definire il week end nel suo insieme un trionfo.
Ribadisco a tutti coloro che ci leggono, di non dimenticarsi di lasciare un commento qui sotto, per dire la propria, e, soprattutto, animare il dibatto tra Soci, ma anche… buongustai, o come amo dire io “Foodies”
Alla prossima!!!
Edited by Andrea Giordano
Come la precedente grande recensione confermo che è stato un ottimo fine settimana con pranzi top e sopratutto la compagnia di persone genuine che ci anno fatto sentire parte di una famiglia nonostante fosse la nostra prima uscita con l’associazIone
Io ero presente……è proprio tutto vero !!