Dopo 800Km. e ben 10h. di viaggio, sono arrivato in quella che era la prima tappa delle ferie estive…
Obbiettivamente non semplice da trovare, ma grazie alle coordinate GPS procurate tramite internet, ci siamo arrivati dritti dritti e senza sbagliare. Naturalmente avevo riservato anche la stanza. La struttura sorge a pochi minuti a piedi dalla spiaggia ed ai piedi del Parco Nazionale d’Abruzzo, in una zona ideale per praticare il ciclismo, il trekking e la pesca.
Le stanze sono arredate con semplicità e dispongono di vista sulle montagne. E’ l’ideale per chi cerca una vacanza rilassante fuori dal tram tram quotidiano (infatti anche i telefoni hanno pochissima linea)
Dopo una breve attesa, siamo stati accolti da Stefano, venuto ad aprire la locanda appositamente per noi. Proprietario, Chef, Patron e Sommelier della Locanda Belvedere e’ vero factotum, ci ha dato le indicazioni di cui necessitavamo, per poi salutarci, e darci appuntamento per la cena.
Il locale e’ costituito dalla sala interna, dedicata al pittore francese Charles Moulin (rappresentato in un autoritratto sulla tavoletta dell’arte). Stefano e’ molto legato al ricordo di questo artista, il quale, nel 1911 si reca a Castelnuovo al Volturno con l’intenzione di fermarsi alcuni giorni. Si trattiene invece in paese per un anno, poi – fino allo scoppio della guerra – alterna lunghi soggiorni tra Castelnuovo e Anticoli, e diverse partecipazioni al Salon di Parigi. Dopo il 1919 si trasferisce definitivamente in Molise, dove rimarrà di fatto per tutta la vita. Moulin conduce in Molise un’esistenza singolare, vivendo per lunghi periodi dell’anno sulla cima del Monte Marrone in un eremo costruito da lui stesso, volontariamente isolato, ma a completo contatto con la natura, fonte per la propria ispirazione. Ha la caratteristica di dispingere soltanto con le sostanze ed i colori che si procura attraverso la natura, erba terra etc… Muore presso la clinica Pansini di Isernia il 21 marzo del 1960 ed è sepolto a Castelnuovo al Volturno. La maggior parte delle opere di Charles Moulin si trova in collezioni private. A Rocchetta a Volturno, presso il Comune, si trovano tre suoi quadri raffiguranti Castelnuovo nel 1944 mentre al Museo di Palazzo Pistilli a Campobasso è conservato un autoritratto a pastello.
Noi invece ci siamo accomodati nella veranda esterna, in una serata molto tranquilla dal punto di vista dell’affluenza degli ospiti. Il boom di presenze, di solito, viene registrato nei week end e nelle festivita’.
La nostra scelta, naturalmente, e’ ricaduta sul ricco Menu’ dell’Arte, proposto ad € 50,00, e comprensivo di vini, tavoletta e magnete.
Antipasto costituito da
Polpetta della Nonna
Frittelle salate
Insalatina di champignon marinati a crudo
Filetto di maiale senapato con finocchietto selvatico su letto di misticanze, frutta e ristretto al balsamico
Fiocchetto di Bresaola DOP, ripieno con mandorle e caprino fresco
Gli assaggi dei primi, erano costituiti da…
Vasetto di Zuppa di Farro tradizionale
Ravioloni Scapolesi De.Co.
qui in foto nella porzione da menu’ (1pz), sono un vero must della gastronomia molisana, gli stessi che fruttarono la vittoria nel 2016 a Chef Stefano, al noto programma di Rai 1, La Prova del Cuoco.Gli ingredienti sono genuini e tutti locali: bietole, salsicce secche, patate, carne macinata, mozzarella e parmigiano (Chef Stefano, se stai leggendo ed ho dimenticato qualcosa correggimi) decisamente sostanzioso e calorico, va condito con buon ragù di carne e rigorosamente tanto parmigiano, o, con olio da crudo e parmigiano, per esaltarne e preservarne il gusto.
A seguire lo Stico di vitello in salsa al Montepulciano, adagiato su un letto di Orapi
Gli orapi, per i tanti che immagino non lo sappiano, sono una verdura che non e’ presente in commercio, ma cresce solo in montagna al di sopra dei 1400mt.
Per chiudere in dolcezza, Tortino Belvedere su crema aromatizzata
accompagnato da un calice di Apianae D.O.C. moscato del Molise della cantina Norante
Si presenta con un colore giallo oro tenue, brillante, con lievi riflessi ambrati, ha un profumo fresco ed intenso, con caratteristici sentori di fiori d’arancio e miele di zagara. È un vino ampio con sapore di moscato, ricco, con zuccheri residui netti ma dal retrogusto asciutto.
Mi e’ piaciuto talmente tanto che, il giorno seguente, ad Isernia, ne ho acquistato una bottiglia… amara sorpresa, una volta aperto a casa, sapeva di tappo : (
La cena e’ stata accompagnata da due vini rigorosamente molisani:
Ho preferito il Trebbiano al Rosso
A fine pasto, due chiacchiere con lo Chef, ed il Presidente Ugo che ci ha raggiunti per l’occasione…
Da visitare nei dintorni, a 4/5 min. di auto, il Lago di Castel San Vincenzo…
…un invaso artificiale realizzato sul finire degli anni Cinquanta per scopi idroelettrici. Il lago occupa una superficie di 6,140 km² ed ha una capacità utile di 10 milioni di metri cubi. Le acque che alimentano il lago provengono principalmente dai torrenti della Montagna Spaccata nei vicini comuni di Alfedena e Barrea. Le acque di questi torrenti alimentano le centrali Enel di Pizzone, di Rocchetta a Volturno e di Colli a Volturno. Seppure artificiale, il lago è ben armonizzato con il paesaggio circostante di montagne e boschi. La fauna acquatica è costituita in prevalenza da salmonidi. In prossimità del lago, dove è possibile dedicarsi alla pesca e ad altri sport d’acqua, sono presenti un’area attrezzata per il camping e un maneggio.
A circa 40Km. si puo’ visitare isernia, con il suo centro storico, ed in particolare…
La Cattedrale di San Pietro Apostolo e la sua Torre campanaria
È la chiesa più importante della città, cattedrale della diocesi di Isernia-Venafro è dedicata a San Pietro Apostolo e si trova in piazza Andrea d’Isernia. L’edificio attuale sorge su un antico tempio pagano italico del III secolo a.C. di cui è rimasto integro l’intero podio da cui è possibile ricostruirne la forma. Il tempio era un capitolium, cioè un tempio dedicato alla triade capitolina che aveva l’ingresso dalla parte opposta rispetto alla collocazione attuale. In epoca medioevale venne costruita una cattedrale di stile greco-bizantino che rispettava la disposizione del precedente tempio pagano. Nel 1349 questo edificio fu distrutto completamente da un terremoto e venne costruito un nuovo edificio nella disposizione moderna. Agli inizi dell’800 un nuovo terremoto lesionò gravemente la chiesa che venne ricostruita nella stessa sede ma di dimensioni maggiori e di aspetto molto simile a quello attuale. L’aspetto attuale è dovuto ai restauri neoclassici ordinati dal vescovo Gennaro Saladino nella seconda metà del XIX secolo che presenta il grande timpano triangolare in travertino, è sorretta da due coppie di pilastri agli angoli e da quattro alte colonne ioniche sulla fronte. Il campanile della chiesa, situato tra il fianco sinistro del tempio e l’Università, fu realizzato nel 1349 ed è attraversato dal cosiddetto Arco di San Pietro. I due ingressi dell’arco sono sorvegliati da quattro statue togate romane, inizialmente acefale, conosciute nella cultura locale come mamozi.
La Fontana Fraterna
Annoverata fra le fontane monumentali d’Italia per la sua mirabile struttura architettonica, la Fontana Fraterna è una delle opere più significative e più importanti nonché simbolo della città.
La fontana, composta da blocchi di pietra locale provenienti da un numero imprecisato di edifici nella città e da costruzioni di epoca romana, è formata principalmente da una serie di archi a tutto sesto. Presenta diverse epigrafi incise su di essa, tra cui una dedicata agli Dei Mani. Al centro della fontana c’è una lastra di marmo più grande delle altre, decorata con due delfini ed un fiore, proveniente da un edificio sepolcrale. Si può affermare quindi che la fontana non risale ad un periodo storico preciso, ma che è testimone dei numerosi periodi storici che hanno attraversato la città.
La fonte si trova in piazza Celestino V a seguito dei bombardamenti del 1943; in precedenza si trovava in piazza della Fraterna, da cui prese il nome.
Consigli a tutti gli amici Soci e simpatizzanti, una visita in questo angolo d’Italia, per la cucina di Stefano e la pace e la serenita’ di cui si puo’ godere.
Edited by
Andrea Giordano